Project Description

Angelo Bertini
(attivo a Roma prima metà del XIX secolo)

Venere e Marte, veduta di schiena. 1818

Acquaforte
misure: mm 860 x 620

Incisore italiano di traduzione attivo a Roma durante la prima metà dell’Ottocento. Lavora presso la Calcografia Camerale e collabora con Giovanni Battista Balestra (Bassano 1774 – Roma 1842) all’incisone dei rami del Museo Chiaramonti. Sotto la supervisione di Canova realizza ben ventidue incisioni dalle sue sculture.

Antonio Canova attribuì una grande importanza al mezzo incisorio quale mezzo di divulgazione delle immagini delle sue opere, sculture e bassorilievi. Come i documenti e la critica ricorda, era indignato per le brutte stampe dalle sue opere che circolavano e, dopo i primi tentativi di riproduzione a contorno in formato ridotto, nel secondo decennio dell’800 si impegna in prima persona a stipendiare incisori che riproducessero sotto il suo controllo in maniera sistematica tutta la sua produzione. Egli stesso scelse la maniera e l’angolazione da cui riprodurre le figure, i gruppi o i bassorilievi. Il lavoro sulle lastre veniva seguito passo passo da Canova il quale, una volta terminata l’opera, si riservava il diritto di approvare il risultato prima di pagare l’intagliatore. Canova stesso stabiliva inoltre le dediche da aggiungere sotto i soggetti incisi. I fogli venivano per lo più venduti sciolti presso il negozio di Pier Luigi Scheri a Roma in Piazza di Spagna 82. Si conosce inoltre un frontespizio datato 1817 delle “Stampe delle opere scolpite da Antonio Canova” in vendita presso il libraio Pier Luigi Scheri di Roma, e un altro in francese stampato dall’editore Boudin a Parigi senza data. Ciò testimonia l’ampio interesse per le opere di Canova, in Italia e in Francia, nonostante la mancanza di una vera e propria edizione definitiva, forse anche a causa della morte di Canova nel 1822, delle lastre da lui curate. Le lastra è oggi conservata presso la Calcografia di Stato di Roma.

L’opera scultorea fu commissionata dal principe reggente d’Inghilterra futuro Giorgio IV nel 1815 in occasione del viaggio dello scultore a Londra. Dal modelletto in argilla vennero realizzati due gessi mentre il marmo, terminato nel 1822, si torva ancora oggi presso Buckingham Palace a Londra. Nell’incisione le due figure sono raffigurate di spalle, nude, atletiche e colte in un languido sguardo d’intesa che rivela il loro concreto amore. Si tratta di un’allegoria della pace che ha finalmente messo fine alle guerre napoleoniche all’indomani del congresso di Vienna. Lo scudo è ormai deposto e viene affiancato da una cornucopia ricca di frutti. Oltre l’immagine in basso: titolo, dedica e i nomi dello scultore, dell’incisore e del disegnatore Giovanni Tognoli (Bieno TN 1786 – Roma 1862) che ha fornito il modello per l’incisione.

Impressione eccellente. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Stato unico con dedica a sua Altezza Reale Giorgio Federico Augusto Principe di Galles Reggente della Gran Bretagna committente della scultura. Nel 1827 in occasione dell’acquisto da parte della Calcografia Camerale dei rami di Canova dal di lui fratello, questo rame e quello con la visione del monumento di spalle vennero considerati troppo esuberanti, lascivi, dunque furono cancellati e resi inservibili, un ingente numero di esemplari a stampa venne dato alle fiamme.

Bibliografia: Grazia Pezzini Bernini-Fabio Fiorani, Canova e l’incisione, Ghedina e Tassotti, Bassano 1993, n LXXV.

VENDUTO