Project Description

Antonio Piccinni
(Trani 1846 – Roma 1920)

A scuola, 1872

Acquaforte
misure: mm 220 x 130

Pittore e incisore italiano soprannominato “il re dei disegnatori”, la sua più grande vocazione è, infatti, il disegno. Dal 1860 studia a Napoli all’Istituto di Belle Arti sotto la guida di maestri come Domenico Morelli (Napoli 1826 – 1901), Filippo Palizzi (Vasto 1818 – Napoli 1889), Tommaso Aloysio Juvara (Messina 1809 – Roma 1875) e Francesco Pisante (Napoli 1830 – 1889). Qui studia la tecnica dell’acquaforte d’invenzione e aderisce al verismo di matrice palizziana. Agli inizi del 1873 si trasferisce a Roma e frequenta i corsi di incisione presso la Calcografia Nazionale. Tra il 1878 e il 1880 è a Parigi dove collabora con l’editore Cadart che gli commissiona una cartella di incisioni annoverandolo tra gli artisti europei fautori della rinascita dell’acquaforte originale. Sperimentatore delle nuove possibilità legate al mezzo fotografico è tra i primi in Italia a impiegare la fotoincisione tra il 1874 ed il 1886. I temi affrontati da Piccinni dimostrano l’attenzione costante verso i gesti più semplici della quotidianità della vita, gli individui assurgono a modelli di “categorie sociali”, notevole la capacità di riprodurre espressioni e caratteri somatici.

Il soggetto è riconducibile al gruppo di lastre incise dall’artista durante la sua permanenza a Roma. Si tratta della prima acquaforte che viene inserita nella cartella Souvenirs de Rome pubblicata da Cadart a Parigi nel 1878. Nel 1879 l’incisione è pubblicata nella rivista parigina Gazette des Beaux Arts con il titolo Une ecole a Roma. Il disegno preparatorio a grafite è conservato a Roma presso la Calcografia Nazionale (ING, FN 344). Vediamo rappresentate quattro scolarette di umili origini sedute al banco. Il gruppo è colto di profilo con l’aria distratta da altri pensieri prima dell’inizio della lezione, al centro alle loro spalle un giovane ragazzo fissa frontale lo spettatore. In questo modo l’artista crea un collegamento con lo spettatore che viene catturato dallo sguardo ed è invitato a partecipare alla scena. Il segno è libero, il tratteggio distanziato, si fa man mano più fitto e incrociato nelle zone scure e in ombra. L’uso sapiente delle morsure e una leggera controllata velatura di fondo dona morbidezza alla scena. Il segno ricorda i modelli della scuola napoletana (Palizzi e Michetti per esempio), l’uso delle velature il linguaggio tipico dell’epoca che si avvicina alla pratica del monotipo. In alto a sinistra nell’inciso: A Piccinni/1872. In basso a destra sotto il soggetto dedica a matita: All’Amico Alberto Sonnino/ricordo/ Piccinni.

Impressione eccellente dai neri intensi, stampa con l’impiego di un fondino di carta cina color avorio applicata a carta bianca forte. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame, foglio intonso.

Bibliografia: A. Petrucci, A. Piccinni incisore, 1931; G. Bassi Antonio Piccinni, Fasano di Puglia 1978; F. Fiorani – G. Scaloni, Antonio Piccinni incisore, Roma 2005, 1.1, pag.63

VENDUTO (0211222)