Project Description

Arturo Martini
(Treviso 1889 – Milano 1947)

Cristo, 1928 ca.

Inchiostro bruno
misure: mm 202 x 265

Scultore, pittore, incisore e docente italiano. Inizia gli studi alla scuola serale di disegno ed espone le prime creazioni in terracotta nelle vetrine dei negozi della sua città. Nel 1907 è attivo presso lo studio dello scultore Antonio Carlini e l’anno seguente a Venezia presso Urbano Nono. Alla I Esposizione di Ca’ Pesaro espone i suoi capolavori giovanili in scultura e cheramografia, tecnica incisoria, di tipo calcografico, da lui inventata. Grazie alle abilità plastiche e alla sua fantasia assume un ruolo di spicco nel panorama artistico europeo. Viaggia tra Monaco e Parigi, dove approfondisce i temi del cubismo e delle nuove avanguardie. Nel 1912 al Salon d’Automne espone un gruppo di incisioni, che verranno molto apprezzate nel 1913 a Ca’ Pesaro. Nel 1914 espone alla “Mostra dei rifiutati alla Biennale” e partecipa all’Esposizione libera Futurista tenutasi a Roma e negli stessi anni collabora per la rivista Eroica. Dopo uno stop forzato dovuto alla guerra, si trasferisce per un periodo a Vado Ligure e nel 1923 proprio qui avrà la sua prima commissione pubblica il Monumento ai caduti. Tra il 1919-20 collabora e aderisce alla rivista Valori Plastici, riscoprendo la scultura antica e superando il naturalismo ottocentesco. Espone alla III Biennale di Monza, lavora tra Roma e Milano entrando nel periodo della maturità con La Pisana nel 1928. Al sopraggiungere degli anni Trenta è ormai considerato il maggior scultore della sua epoca, premi  esposizioni e collaborazioni pubbliche e private sono all’ordine del giorno e sfoceranno con la nomina per chiara fama alla cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Per Martini ogni opera doveva “esaurire una passione e uno stile”, la sua ricerca artistica tesa ad unire l’antico con il moderno si caratterizza per una ricerca continua lungo tutto l’arco della sua attività.

In questo disegno vediamo il corpo di un uomo semisdraiato con la testa e le spalle sollevate. E’ nudo avvolto solo da un leggero perizoma, il braccio sinistro è poggiato a  terra, la mano aperta sulla coscia sinistra, il braccio destro è alzato. E’ possibile riconoscere nel soggetto la figura di Cristo. Il tratto è veloce e pulito. Ha i capelli e la barba lunga, il volto emaciato e anche se gli occhi sono solo accennati si percepisce che stanno osservando lo spettatore. Lo sfondo è lasciato neutro in modo da concentrare l’attenzione sulla figura. In basso a destra firma dell’artista.

Non vi è una corrispondenza perfetta con nessuna delle sculture note di Martini. Si tratta perciò di uno studio, di un pensiero in lavorazione per una scultura che poi ha assunto una diversa postura. Osservando la produzione nota di Martini si può ipotizzare che il disegno sia riferito alla figura di Cristo nella Deposizione del 1928 (Savona, coll Cassa di Risparmio. Cat. n 231). La posizione del corpo nudo e i caratteri somatici sono gli stessi, cambia la posizione delle braccia. Anche la scultura raffigurante il Sacro Cuore del 1929 (Vado Ligure. Cat. n 270) o quella del Cristo Re del 1933-1934 commissionata da Marcello Piacentini per l’omonima chiesa di Roma (Cat 386, 387) hanno qualche affinità nella postura e nel volto. Possiamo perciò datare il disegno alla fine degli anni Venti o ai primi anni Trenta.

Ottimo stato di conservazione eccetto minima piega orizzontale del foglio.

Bibliografia: Arturo Martini – Carteggio con Ruggero Nicoli, 1937 – 1946, Silvana Editoriale; Gianni Vianello, Nico Stringa. Arturo Martini. Catalogo ragionato delle sculture, Neri Pozza, 1998.

VENDUTO