Project Description

Arturo Martini
(Treviso 1889 – Milano 1947)

Dorso di giovinetto

Terracotta
misure: cm 76 x 34 x 13,5

Scultore, pittore, incisore e docente italiano. Inizia gli studi alla scuola serale di disegno ed espone le prime creazioni in terracotta nelle vetrine dei negozi della sua città. Nel 1907 è attivo presso lo studio dello scultore Antonio Carlini e l’anno seguente a Venezia presso Urbano Nono. Alla I Esposizione di Ca’ Pesaro espone i suoi capolavori giovanili in scultura e cheramografia, tecnica incisoria da lui inventata. Viaggia tra Monaco e Parigi, dove approfondisce i temi del cubismo e delle nuove avanguardie. Nel 1912 al Salon d’Automne espone un gruppo di incisioni, che verranno poi esposte nel 1913 a Ca’ Pesaro. Nel 1914 espone alla Mostra dei rifiutati alla Biennale e partecipa all’Esposizione libera Futurista tenutasi a Roma e negli stessi anni collabora per la rivista Eroica. Dopo uno stop forzato dovuto alla guerra, si trasferisce per un periodo a Vado Ligure e nel 1923 proprio qui avrà la sua prima commissione pubblica il Monumento ai caduti. Tra il 1919-20 collabora e aderisce alla rivista Valori Plastici, riscoprendo la scultura antica e superando il naturalismo ottocentesco. Espone alla III Biennale di Monza. Al sopraggiungere degli anni Trenta è ormai considerato il maggior scultore della sua epoca, viene nominato per chiara fama alla cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Arturo Martini modella la terracotta negli anni intorno al 1929. Dalla terracotta (acquistata nel 1994 dalla TATE Gallery) Martini ricava uno stampo in gesso per ottenere sette terrecotte. La presente terracotta è una di queste sette. Già proprietà Ghiringhelli titolare della Galleria del Milione (etichetta), poi Rossini, poi Spiti. Esposta presso la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano nel 1971 (etichetta al verso). Da questo esemplare sono state ricavate delle fusioni in bronzo postume. Martini descrive questa scultura come un momento di astrazione dalla realtà: si limita a delineare l’attacco dei capelli e le natiche, descrive un avvenimento naturale, un mondo fatto di avvallamenti e montagne. Trasformerà poi il gesso (oggi a Macerata) a tutto tondo e ne ricaverà alcuni esemplari in bronzo.

Si segnala una spaccatura della superficie visibile all’angolo inferiore sinistro.

Bibliografia: G. Vianello, N. Stringa, C. Gian Ferrari, Arturo Martini Catalogo ragionato delle sculture, Neri Pozza Editore, n 230, pag. 158

VENDUTO