Project Description

Giovanni Andrea Sirani, att.to
(Bologna 1610 – Bologna 1670)

Giuditta e Oloferne

Penna e sanguigna
misure: mm 131 x 148

Pittore e incisore italiano del periodo barocco. Iniziò la sua carriera artistica presso la bottega di Giacomo Cavedone (Sassuolo, 1577 – Bologna, 1660) dal quale riceve una solida formazione nel disegno. Tale abilità sarà fondamentale per diventare l’allievo prediletto nella bottega di Guido Reni (Bologna 1575 – Bologna 1642) il quale gli affida la stesura delle composizioni sulle tele. Impara ad imitare a tal punto la maniera “chiara” del maestro tanto da poterne completare alcune opere soprattutto dopo la morte di Reni. La vicinanza con l’ambiente bolognese, quindi con altri artisti quali Francesco Albani e Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – 1666), e quello veneto, permisero a Sirani di sviluppare un suo linguaggio maturo dominato da una tavolozza più vigorosa, figure meno sognanti e composizioni più complesse attente alla simmetria e alla prospettiva. Durante la sua vita egli si dedicherà principalmente alla pittura senza tuttavia trascurare l’incisione. Anche la figlia Elisabetta (Bologna 1638-1665), caso raro nella storia della pittura, sua allieva e prematuramente scomparsa fu un’abilissima pittrice.

In questo piccolo disegno condotto, prima rapidamente a sanguigna, poi con linee sinuose e decise si osserva il mezzo busto e il volto di Giuditta. La composizione è chiusa da una linea spezzata di contorno, l’autore stava studiando la composizione nello spazio della tela. Giuditta sembra aver appena oltrepassato una tenda e incedere verso lo spettatore. Giovane e bella ha un volto ovale, lo sguardo fiero e la posa dinamica, il seno destro è scoperto, la mano destra afferra la spada con la quale ha decapitato Oloferne. Il braccio sinistro regge la testa del generale assiro, che gli occhi ormai chiusi viene trionfalmente mostrato all’osservatore. Le poche linee definisco tutta la composizione e danno l’idea di pathos e drammaticità alla scena. In alto a sinistra a matita in grafia ottocentesca “…/Sirani Andr..”, si tratta delle indicazioni riscontrate sui fogli della collezione Dubini-Hoepli riconoscibili per due numeri a matita (qui presenti nel margine destro del foglio) che riportano le misure stesse del foglio.

Da notare il rimando con qualche differenza con la tela del 1616/1618 di Peter Paul Rubens del medesimo formato e l’unica, ci pare, con il dettaglio del seno destro scoperto a seguito della colluttazione fra Giuditta e Oloferne.   https://3landesmuseen-braunschweig.de/en/herzog-anton-ulrich-museum/collection/departments/painting-collection-old-masters

Al verso interessantissima e rara raffigurazione di due figure in abiti seicenteschi, certamente dei ritratti dal vero, che giocano alla Palla al Bracciale. Il gioco, molto popolare fino all’Ottocento, affonda le radici nell’antica Roma, dapprima giocato nei cortili ebbe massima diffusione in Romagna, Marche e Toscana dove nel Settecento si costruirono appositi Sferisteri. Il disegno qui non è completo, dunque il foglio doveva essere in origine di dimensioni maggiori, ridotto per isolare la composizione con Giuditta e Oloferne.

Ottimo stato di conservazione eccetto leggero foxing.

Bibliografia: inedito

VENDUTO