Project Description

Giulio Fontana
(Verona ca. 1543 – ca. 1582)

La Religione salvata dall’Impero, 1568.

Acquaforte e bulino
misure: mm 418 x 326

Pittore e incisore, fratello del più noto Giovanni Battista Fontana (1524-1587), entrambi hanno lavorato a Vienna come pittori per l’Imperatore Massimiliano II. Probabilmente Giovanni Battista ha fornito disegni che poi Giulio ha inciso. Giulio ha inciso altri soggetti da Tiziano e ha lavorato come illustratore per l’editoria veneziana.

Questa rara stampa è un documento molto significativo poiché traduce un dipinto di Tiziano commissionato dal Duca di Ferrara Alfonso I d’Este e oggi perduto. La vicenda del dipinto è complessa a causa della prematura morte del Duca nel 1534. Giulio Romano ricorda di aver visto il dipinto incompiuto nella bottega di Tiziano nel 1568, la tela raffigurava un giovane nudo che si inchina alla dea Minerva accanto alla quale si trova un’altra figura, sullo sfondo il mare sul quale avanza Nettuno. Nello stesso anno Tiziano modifica il dipinto e lo spedisce all’Imperatore Massimiliano II (1527 – 1576), trasformando il tema mitologico iniziale in una allegoria religiosa. Tra le quinte di un paesaggio una donna inginocchiata e coperta da un drappo è l’allegoria della Religione – riconoscibile per la croce ai suoi piedi – alle sue spalle serpenti velenosi, le eresie, la minacciano scendendo da un tronco per attaccarla ma, in sua difesa, dalla sinistra, arriva con piglio deciso una figura simbolo dell’Imperatore Massimiliano II. Coperta da una tunica svolazzante regge tra le mani l’asta di uno stendardo con la raffigurazione dell’aquila asburgica e afferra con la mano destra una giovane donna seminascosta alle sue spalle la quale regge un ramo di alloro: la Pace. Sullo sfondo al centro di uno specchio d’acqua la moglie di Nettuno, Anfitrite dea dei mari calmi, attraversa le onde su un carro trainato da ippocampi. Quattro righe in latino incise sotto il soggetto spiegano la scena: Caesaris invicti pia Relligionis imago;/Haersis angvicoma, et saeuus quam territat hostis Christigenuam; Passura dolod (ut cernis) utrinque/Virtuti, et Paci commendat amicae. In basso a sinistra inciso sulla roccia: Titianus inventor/Iulius Fontana fecit. L’inciosne è ricordata dalle fonti antiche. Il dipinto inciso da Fontana è perduto ma si conserva una versione considerata autografa in cui Tiziano modificò nuovamente il soggetto e gli attributi iconografici, dipinto nel 1571 per Filippo II: La religione salvata dalla Spagna, Museo del Prado. La figura con lo stendardo è un’allegoria della Spagna, si appoggia ad uno scudo con lo stemma di Filippo II, alle sue spalla la donna regge una spada, dietro un uomo con l’elmo in testa e un gruppo di altre figure, nel mare Anfitrite è Nettuno con un turbante e una flotta id navi alle sue spalle. Il riferimento è alla Battaglia di Lepanto. 

Splendida impressione omogenea e ben contrastata. Ottimo stato di conservazione, margini di 6mm oltre la battuta del rame, una minima integrazione all’angolo inferiore sinistro. Rispetto agli esemplari conservati al British Museum e al Prado l’impressione di questo esemplare è di migliore qualità e non è rifilata al soggetto; è più simile all’esemplare conservato presso il Rijkmuseum.

Filigrana: giglio nel cerchio simile a Briquet 7099 (Italia, 1502 circa). L’esemplare del museo del Prado presenta la medesima filigrana.

Bibliografia: M. Falomir, Giulio Fontana. La Religión socorrida por el Imperio’ En: Memoria de actividades 2014, Museo Nacional del Prado, Madrid, 2015, pp. 72-74.

Prezzo: €  5000,00 (0271022)