Project Description

Ludovico Lana
(Codigoro 1597 – Modena 1646)

Ercole strangola il leone Nemeo

Acquaforte
misure: mm 357 x 228

Pittore e incisore italiano. Si forma inizialmente presso lo Scarsellino (Ferrara 1551 – Ferrara 1620) dal quale apprende soprattutto la costruzione della scena mediante una forte resa cromatica per poi guardare alla maniera del Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666) e al suo interesse verso la figura umana. Durante gli anni ’30 del Seicento Lana si interessa e studia le opere di Guido Reni (Bologna 1575 – Bologna 1642) e cerca di giungere ad una sintesi tra i due maestri. Per quanto concerne l’attività incisoria, Lana realizza una decina di lastre all’acquaforte. Traduce per lo più opere sue o dei suoi due maestri. Proprio grazie alle sue acqueforti oggi si conoscono dei quadri, perduti, quali l’Ercole che uccide il leone e due versioni del S. Sebastiano giacente.

Nel foglio mediante una prospettiva dal basso verso l’altro, un tratto largo, libero e leggero, viene rappresentata la prima fatica di Ercole. L’eroe dalla posa plastica e dal corpo statuario è chino sul leone, i muscoli tesi e lo sguardo corrugato mostrano tutta la fatica e l’impegno per spaccare la mandibola del mitico leone dalla pelle invulnerabile. L’animale ormai riverso a terra sta per essere ucciso. Il momento è carico di pathos, i forti contrasti chiaroscurali evidenziano l’importanza della luce che da sinistra illumina il corpo, la criniera dell’animale e parte del paesaggio rigoglioso alle spalle. la composizione trova un suo equilibrio formale grazie alla diagonale costruita dall’angolo superiroe sisnitro a quello inferiore destro, alla verticalità della scena sottolineata dalla gamba destra in luce in primo piano. In basso a sinistra monogramma inciso  Lo La F. Impressione eccellente, ben contrastata, piccoli margini oltre la battuta. Ottimo stato di conservazione.
Filigrana: croce con lettere GBS (simile a Briquet 5460)

Un altro esemplare è conservato presso i Musei Civici di Arte e Storia. Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia

Bibliografia: Bartsch, XVIII, 369.1; TIB 40,6 (371)

VENDUTO (0140722)