Project Description

Marco Dente (detto Marco da Ravenna)
(Ravenna 1496 – Roma 1527)

Venere punta da una spina, 1516

Bulino
misure: 262 x 169

Incisore italiano appartenente ad un’antica famiglia patrizia. Erroneamente indicato come Silvestro di Ravenna in base al monogramma RS, che va interpretato invece “Ravenates sculpsit o sculptor”. L’artista si forma nella città natale per poi giungere a Roma nel 1510 dove inizia a lavorare presso la bottega del Baviera, lo stampatore e venditore di stampe Baviero de’ Carrocci allievo e aiuto di Raffaello, accanto a Marcantonio Raimondi e Agostino Veneziano. Bulinista il cui lavoro, una sessantina di lastre, è soprattutto un lavoro di traduzione. Una parte derivante, con qualche aggiunta, dalla statuaria classica, una parte da disegni di Raffaello attraverso le incisioni di Raimondi.

Questa stampa riproduce un affresco, oggi perduto, che occupava la parete ovest della Stufetta del Cardinale Bibbiena in Vaticano. Gli affreschi furono eseguiti da Giulio Romano e Francesco Penni su disegni di Raffaello. Il modello di ispirazione per Raffaello è stato il cosiddetto Spinario, un fanciullo seduto che si toglie una spina dal piede. Si tratta di un motivo molto diffuso e noto nell’antichità, probabilmente creato in Grecia nel III secolo a.C. e poi giunto a Roma. Ai musei Capitolini si conserva una versione bronzea che potrebbe essere il prototipo conosciuto da Raffaello. Nell’incisione Venere è raffigurata all’interno di un paesaggio rigoglioso, sulla destra una lepre, simbolo di mitezza. La dea è seduta di profilo rivolta a destra, nuda, solleva la gamba sinistra per rimuovere una spina di rosa dal piede sinistro. Alle sue spalle sulla destra un fiume e un monte sul quale è visibile una città fortificata. In basso a destra inciso l’indirizzo dell’editore “Gio. Marco Paluzzi Formis Roma”; a sinistra il monogramma “SR”.

Impressione eccellente, dai neri intensi su carta vergata coeva priva di filigrana. Buono stato di conservazione eccetto uno strappo verticale con due minime integrazioni, due piccole integrazioni agli angoli superiori. Rifilata alla battuta del rame. Stato: IV/IV con i ritocchi, l’indirizzo di Salamanca abraso e aggiunto l’indirizzo di Paluzzi, stampatore attivo a Roma nella prima metà del XVII secolo.

Bibliografia: Bartsch XIV p. 241, n 321; TIB vol 27 , n 13; Antonella Imolesi Pozzi, Marco Dente Un incisore ravennate nel segno di Raffaello. Le stampe delle Raccolte Piancastelli. Ravenna, 2008, cat. no. 5, p. 67; Pezzini-Massari-Prosperi Valenti Rodinò, Rafael invenit, Stufetta V, p. 62, ill. p. 352.

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