Project Description

Agostino de Musi detto Veneziano
(Venezia 1490 ca. – Roma 1536/38)

L’imperatore Adriano libera Androcle. 1516-1517 ca

Bulino
misure: mm 404 x 266

Incisore italiano, collaboratore di Marcantonio Raimondi. Veneziano è l’appellativo che gli viene dato per via  della città di nascita e di formazione nella quale Agostino assimila lo stile giorgionesco, delle opere di Giulio Campagnola, di Jacopo dè Barbari e di Durer. Nel 1515 lascia Venezia per raggiungere Firenze dove incide opere di Andrea del Sarto con uno stile caratterizzato da un’impronta più plastica rispetto al pittoricismo veneto. L’anno successivo è a Roma nella bottega di Bavero di Carrocci detto il Baviera, resta in città fino al Sacco di Roma, fatto che lo costringerà alla fuga. Si rifugia tra Firenze e Mantova ma già nel 1530-31 lo ritroviamo di nuovo a Roma ad incidere bellissimi vasi antichi e moderni con gli Stemmi di Clemente VII de’ Medici. Le stampe attribuite all’autore dal Bartsch sono 181, realizzate tra il 1509 e il 1536, a queste il Passavant unisce altri sette soggetti.

Questa stampa, eseguita probabilmente in collaborazione con Marcantonio Raimondi, deriverebbe secondo la critica da un disegno -ora perduto- di Raffaello, appositamente eseguito per la collaborazione fra Raffaello e Agostino. Si conosce inoltre un disegno, con il medesimo soggetto e che potrebbe essere il vero modello, è oggi considerato della Scuola di Raimondi o di Agostino Veneziano ed è conservato presso il Metropolitan Museum. La scena si svolge a Roma, probabilmente appena fuori del Colosseo, dove lo schiavo Androcle è stato condotto; due palazzi occupano tutto il lato destro della composizione. Assistiamo all’episodio conclusivo delle varie peregrinazioni dell’ex schiavo Androcle che viene qui finalmente liberato per volontà dell’imperatore Adriano. L’Imperatore entra in sella al suo cavallo dalla destra, diversi soldati dalle armature scintillanti impugnano asce anticipandolo. Androcle è al centro riconoscibile per la presenza del docile leone al quale aveva tolto una spina e che ora lo ha risparmiato nella feroce esibizione presso il Colosseo. Delicati contrasti chiaroscurali esaltano le pose e la plasticità dei corpi. Un’atmosfera argentea invade la composizione.

Impressione eccellente in ottimo stato di conservazione eccetto tracce di colla al verso, piega orizzontale con parziale strappo restaurato. Esemplare rifilato lungo la linea di inquadramento.

Stato: I/II prima dell’aggiunta del monogramma AV sulla pietra in basso a sinistra. Filigrana: cartiglio.

Bibliografia: Bartsch, XIV, 196; Passavant, VI, p.54, n.36; A. Massari, Raphael Invenit, p. 235, V,1.

VENDUTO