Project Description

Lino Bianchi Barriviera
(Montebelluna 1906 – Acilia 1985)

Lalibelà Biet Mariam, 1941

Acquaforte, puntasecca
misure: mm 350 x 473

Pittore, disegnatore e incisore considerato uno dei migliori acquafortisti del Novecento, la sua prima incisione è datata 1925, frutto della frequentazione a Firenze del maestro Raul dal Molin Ferenzona. A Firenze e poi a Venezia frequenta il mondo artistico, biblioteche e musei.  Dal 1934 si trasferisce a Roma e qui vince il Primo Concorso Nazionale per rami incisi di vedute di Roma bandito del Ministero per l’Educazione Nazionale. Il suo studio a Roma diviene un luogo di incontro e di studio per gli artisti della Scuola Romana ma anche quelli internazionali di passaggio quali Albeerto Giacometti e Pablo Picasso. Sarà ricordato anche per aver utilizzato diverse forme artistiche come la pittura a olio, la decorazione ad affresco e a tempera su parete, il mosaico, la ceramica, lo sbalzo su metallo, l’incisione di francobolli e la realizzazione di gioielli. Espone e partecipa a diverse mostre italiane e internazionali. Professore presso l’Accademia di Napoli ne diverrà Direttore dal 1950 a l 1954. Dal 1976 dirigerà presso il Poligrafico e Zecca dello Stato a Roma un corso di formazione per incisori a bulino. Cruciale è l’invito del Duca amedeo di Savoia, Vicerè di Etiopia, nel 1938-39 che lo sceglie come disegnatore per una missione di studio e rilevamento del sito archeologico della città santa di Lalibelà in Etiopia. Si tratta di un altopiano dove sorgono edifici sacri completamente scavati nella roccia. Bianchi Barrivera è folgorato dal luogo, ne ricaverà numerosi disegni e dipinti che verranno poi tradotti in incisione. Rientrato in Italia, negli anni ’40 si dedica, su invito del Ministero della Marina, a raffigurare il Mare. Gli orrori della guerra influenzeranno il suo percorso artistico ma continuerà a insegnare, dipingere ed esporre approdando ad una concezione quasi visionaria dei soggetti fino agli anni Settanta. Si ritira nella campagna di Acilia lavorando sempre meno e dedicandosi alla stesura di un manuale scritto per trasmettere ai giovani lo spirito e la tecnica dell’incisione.

In questa stampa, arroccata su una falesia, viene descritta la Chiesa di Maryam presso Lalibelà, città santa posta su un altipiano a 2600 metri di altezza nel nord dell’Etiopia, caratterizzata da chiese monolitiche. Attraverso forti contrasti chiaroscurali realizzati mediante un tratto lungo e incisivo Bianchi Barrivera, come in un fermo immagine, rappresenta ciò che aveva osservato durante la sua missione. La chiesa dedicata alla Vergine si erge al centro della scena, ha una struttura molto semplice, monolitica. E’ la chiesa più venerata dai pellegrini ed è considerata la più antica delle 11 chiese che costituiscono il sito oggi patrimonio dell’Unesco. Circondata da profili di altre costruzioni più basse, da un primo piano completamente in ombra e sul quale si apre una voragine quadrata, infonde un senso di sublime e grandioso, riposante ma allo stesso tempo inquietante. In primo piano nell’ombra si scorge il profilo di una donna di spalle coperta nella sua tunica che osserva la chiesa, altre figure illuminate dalla luce si trovano in secondo piano a destra. Le figure sono molto piccole rispetto agli edifici, un espediente forse per rendere la monumentalità del luogo. In alto a sinistra nell’angolo è inciso: Lino Bianchi Barriviera 1941/Lalibelà Biet Mariam. Il foglio appartiene a quello che viene oggi considerato il capolavoro incisorio di Bianchi Barriviera: la serie di lastre dedicate alle Chiese monolitiche di Lalibelà. Una cartella di soli 16 soggetti venne pubblicata in 12 esemplari nel 1943; una seconda edizione nel 1949 completa delle sessanta tavole e infine una terza edizione nel 1957 di complessive sessantacinque tavole tirata a 25 esemplari. Quest’ultima pubblicazione fu fortemente sostenuta dallo studioso e gallerista americano George Binet che è stato responsabile della diffusione in America delle opere di Bianchi Barriviera.

Impressione eccellente, dai neri intensi. Ottimo stato di conservazione. Piccoli margini oltre la battuta del rame. In basso oltre l’inciso a matita a sinistra: 3/50 Lalibelà Biet Mariam e a destra: Lino Bianchi Barriviera. Esemplare nel I stato prima dell’aggiunta del n VI in alto a sinistra (II stato) e dell’aggiunta di numerose figure, dell’iscurimento del cielo e dell’aggiunta del numero 16 in alto a sinistra e destra (III stato). Il catalogo segnala in collezione privata il disegno preparatorio a china, firmato e datato 21 aprile 1939.

Bibliografia: Alida Moltedo Mapelli, Tra oriente ed occidente. Stampe italiane della prima metà del ‘900, Roma, Artemide, 2006, p 193. Silvia Bianchi, Bianchi Barriviera Catalogo dell’opera incisa, Palombi, 2011, n 337

VENDUTO