Project Description

Stefano Della Bella
(Firenze 1610 – Firenze 1664)

La Morte rapisce un fanciullo, 1648 ca.

Acquaforte
misure: mm 182 x 148

Incisore e disegnatore, si dedicò sporadicamente alla pittura. Il padre Francesco, scultore allievo di Giambologna, morì prematuramente ma riuscì ad avviare tutti i suoi figli a mestieri d’arte. Stefano fu il solo ad eccellere, ebbe i primi insegnamenti presso botteghe di dimenticati orefici i quali ebbero tuttavia il pregio di fargli prender dimestichezza con il bulino. Fu sostanzialmente un autodidatta. Le fonti bibliografiche affermano che egli si esercitava a disegnare figure curiosamente partendo dai piedi e a copiare le incisioni di Jacques Callot avendo come unico confronto l’incisore Remigio Cantagallina. Fu notato poi dal pittore Giovan Battista Vanni che lo prese nella sua bottega e gli diede i primi insegnamenti di pittura e del disegno. La vocazione di Della Bella fu sicuramente l’incisione e già le sue prime opere rivelano i temi a lui più cari: scene di vita contemporanea, feste, battaglie e le decorazioni. Lo studio delle incisioni e dei disegno di maestri antichi, la conoscenza e il confronto con i maestri fiorentini e fiamminghi a lui contemporanei allora presenti alla corte medicea furono furono di grande stimolo. Egli è considerato un grafico puro, grazie ai suoi numerosi viaggi tra Roma e Parigi e grazie alla protezione dei Medici maturò un proprio linguaggio grafico, in vita e per tutto il XVIII secolo fu ricercato e collezionato in Francia e in Italia.

Questa stampa è la terza della serie Les cinq Morts, incisioni in ovale su lastra rettangolare, eseguite nel 1648 circa. Da destra vediamo muoversi verso il centro la figura scheletrica della morte che con impeto rapisce un fanciullo; ha il volto smunto e urlante e con forza trasporta sulle spalle un giovane fanciullo coperto da un mantello svolazzante e riccamente panneggiato mediante forti contrasti chiaroscurali. Il suo volto incorniciato da capelli mossi è spaventato, ha lo sguardo rivolto verso l’alto come a chiedere aiuto attirando l’attenzione degli astanti, il gesto è enfatizzato anche dal braccio sinistro alzato. Alle loro spalle viene rappresentato con tratti lunghi e paralleli la fossa comune del cimitero parigino dei Santi Innocenti. Diversi uomini colti in pose e atteggiamenti diversi animano la scena; chi in preghiera, chi in contemplazione, chi come l’uomo ricurvo a terra sta scavando una fossa.

Impressione eccellente. Ottimo stato di conservazione. Minimi margini oltre la battuta del rame su carta vergellata più spessa. Stato: III/III con l’indicazione dell’indirizzo di M. Vincent.

Bibliografia: De Vesme-Massar 89, pag. 31.

VENDUTO