Project Description

Telemaco Signorini. “l’arte sola ha la potenza eterna di dare al falso l’illusione del vero”
(Firenze 1835 – Firenze 1901)

Settignano, 20 settembre 1899 – Osteria dello Scheggia (?)

Matita di grafite su carta
misure: mm 128 x 200

Pittore, militare, scrittore e incisore italiano che fin da giovanissimo affiancò il padre Giovanni Signorini, modesto ma stimato pittore, che lavorava per il Granduca di Toscana Leopoldo II. All’età di 17 anni, nel 1852, si inscrisse all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Da subito la vita accademica e il clima rigido dei maestri contrastavano con l’animo ribelle tanto che nel 1856 Telemaco decise di lasciare l’Accademia per dedicarsi alla pittura “en plain-air” assieme agli amici Odoardo Borrani (Pisa 1833 – Firenze 1905) e Vincenzo Cabianca (Verona 1827 – Roma 1902). Iniziò a partecipare agli incontri del Caffè Michelangiolo. In quegli anni Signorini viaggiò molto; visitò Venezia, l’Emilia Romagna, la Lombardia e, con Cabianca, La Spezia. Proprio questi paesaggi liguri contribuirono ad una svolta nella sua pittura, ora più ricca di contrasti chiaroscurali e con un uso consapevole della macchia come elemento principale del linguaggio figurativo. Nel 1861 partì per Parigi dove strinse amicizia con gli artisti realisti della Scuola di Barbizon. Al ritorno in Italia insieme a Silvestro Lega ed Odoardo Borrani da vita alla cosiddetta “Scuola di Pergentina”. In tutti i suoi numerosi viaggi in Italia e in Europa i paesaggi che dipinge sono indagati sempre dal punto di vista delle impressioni di luce.

In questo disegno protagonista è il paesaggio di Settignano, frazione fiorentina dove Segantini trascorre la sua infanzia. Proprio a questo borgo, nella maturità, Signorini dedica diverse opere en plain-air. In questo delicato disegno ritroviamo la velocità nel tratto, il segno vibrante e l’importanza della luce protagonista della composizione. La rigogliosa vegetazione, i sottili tronchi prendono vita sotto una luce cangiante, sembra di entrare in una grotta vegetale. In una caratteristica composizione impostata su una fuga prospettica si può notare un piccolo sentiero e dei lastroni in pietra al centro nei quali si riconoscono i piani dei tavoli dell’Osteria dello Scheggia. Ai lati pareti vegetali che nascondono un giardino o un frutteto. La composizione è chiusa da una sottile linea di contorno come a voler comporre un quadro da cavalletto. Il soggetto infatti è da porre in relazione con un gruppo di dipinti ad olio che raffigurano l’Osteria dello Scheggia a Settignano, tutti databili agli anni immediatamente successivi il 1890. In particolare un olio su tela, già in collezione Ojetti, cm 29 x 41, oggi conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze (cat n 761) intitolato: Osteria dello Scheggia a Settignano.

Ottimo stato di conservazione, eccetto una piccola mancanza nell’angolo in basso a destra. In alto a destra si legge: Settignano/20 settembre/1899 e la firma TSignorini. Al verso timbro con numero 501.

Bibliografia: per il dipinto di riferimento, Tiziano Panconi, Telemaco Signorini. Catalogo generale ragionato, Museo Giovanni Boldini Macchiaioli, 2019.

VENDUTO (0130720)