Project Description

Giovanni Battista Balestra
(Bassano 1774 – Roma 1842)

La musa Polimnia (veduta da destra), 1817

Acquaforte
misure: mm 860 x 620

Incisore italiano, si forma nel paese natale presso la Calcografia Remondini e la bottega di Suntach. E’ il più giovane tra gli artisti bassanesi ad entrare nella cerchia di Giovanni Volpato, alla morte del quale (1803), si stabilisce definitivamente a Roma lavorando presso gli incisori Pietro Bonato e Giovanni Folo. Nel 1838 apre una propria bottega in “Campo Marzo n 26”, collabora alla realizzazione dei rami per le edizioni del Museo Chiaromonti, della Regia Galleria di Torino e per la Galleria Pitti. Per Canove esegue l’incisione di otto rami.

Antonio Canova attribuì una grande importanza al mezzo incisorio quale mezzo di divulgazione delle immagini delle sue opere, sculture e bassorilievi. Come i documenti e la critica ricorda, era indignato per le brutte stampe dalle sue opere che circolavano e, dopo i primi tentativi di riproduzione a contorno in formato ridotto, nel secondo decennio dell’800 si impegna in prima persona a stipendiare incisori che riproducessero sotto il suo controllo in maniera sistematica tutta la sua produzione. Egli stesso scelse la maniera e l’angolazione da cui riprodurre le figure, i gruppi o i bassorilievi. Il lavoro sulle lastre veniva seguito passo passo da Canova il quale, una volta terminata l’opera, si riservava il diritto di approvare il risultato prima di pagare l’intagliatore. Canova stesso stabiliva inoltre le dediche da aggiungere sotto i soggetti incisi. I fogli venivano per lo più venduti sciolti presso il negozio di Pier Luigi Scheri a Roma in Piazza di Spagna 82. Si conosce inoltre un frontespizio datato 1817 delle “Stampe delle opere scolpite da Antonio Canova” in vendita presso il libraio Pier Luigi Scheri di Roma, e un altro in francese stampato dall’editore Boudin a Parigi senza data. Ciò testimonia l’ampio interesse per le opere di Canova, in Italia e in Francia, nonostante la mancanza di una vera e propria edizione definitiva, forse anche a causa della morte di Canova nel 1822, delle lastre da lui curate. Le lastra è oggi conservata presso la Calcografia di Stato di Roma.

L’opera fu commissionata da Elisa Baiocchi Bonaparte, granduchessa di Toscana, nel 1809. Ella voleva essere rappresentata come una Musa assisa in trono, coperta da un manto classico e panneggiato, e risultare elegante e raffinata. Inizialmente pensata come Concordia venne trasformata nel 1812 come Musa Polimnia. Il modellino in creta venne creato già nell’agosto del 1812 ma, a seguito della caduta di Napoleone, l’effigiata non poté più far fronte all’impegno preso. Nel 1817 il marmo fu venduto a Cesare Bianchetti che lo cedette all’Accademia di Venezia e fu uno dei doni delle “Province venete” all’imperatore Francesco I d’Austria per le nozze con Carolina Augusta. Sotto il soggetto incisi il titolo, la dedica e i nomi dello scultore, dell’incisore e del disegnatore Giovanni Tognoli (Bieno TN 1786 – Roma 1862) che ha fornito il modello per l’incisione. Il marmo è oggi conservato a Vienna, all Hofmobiliendepot della Hofburg.

Impressione eccellente. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la battuta del rame. Esemplare in I stato con la dedica alla Principessa di Kaunitz Rietberg nata Contessa di Weissenwolf e la scritta “La statua è nel Palazzo I R di Vienna”, ma senza l’indirizzo della Calcografia Camerale. Dunque l’incisione è stata realizzata dopo che la scultura venne donata all’Imperatore d’Austria.

Bibliografia: Grazia Pezzini Bernini-Fabio Fiorani, Canova e l’incisione, Ghedina e Tassotti, Bassano 1993, n LXIV.

VENDUTA